venerdì 18 luglio 2008

III - Chi mi dice ciò?

La fede è una virtù teologale, nessuno se la può dare da sé, è un dono di Dio.

Guardandomi intorno, però, mi viene il dubbio che Dio sia molto avaro. Non se ne vedono tante di virtù teologali in giro.

Vero è che, essendo Dio puro spirito, questi doni hanno bisogno di qualcuno che li recapiti e di qualcuno che li riceva. Vero è che Dio si serve di persone concrete: opera e parla per mezzo di preti e di laici e il suo Verbo viene diffuso con tutti i mezzi di comunicazione, web compreso.

E’ vero anche, però, che Dio se li sceglie proprio male i suoi postini.
Pur volendo ignorare quei santoni di qualsivoglia orientamento religioso, spirituale o sociale, che pensano più alla loro esaltazione e al proprio tornaconto personale facendosi una schiera di adepti da tenere assoggettati con pressioni psicologiche e non solo… Pur ammettendo che non tutti i preti e i religiosi in genere sono dei mestieranti accaparratori e taccagni, sessualmente perversi e socialmente prevaricatori… Pur vedendo che nella chiesa ci sono anche uomini e donne sinceramente credenti e di buona volontà… la perfezione non la si vede e i santi che dispensano i doni di Dio - fede, speranza e carità - sono veramente pochi… Più o meno uno ogni morte di papa. Di meno, semmai, e non di più.

A chi credere, dunque? Perché credere a un Pinco Pallino qualunque, pieno di difetti e di peccati come me e peggio di me, che viene a raccontarmi di un uomo morto in croce e - dice lui - risorto all’alba del terzo giorno?
Va bene: lo fa gratuitamente. Va bene: il suo è un discorso interessante. Va bene: lui si è fatto convincere, si vede che è convinto.. E avrà pure superato i suoi problemi.
Ma anch’io ho le mie certezze ben consolidate, perché mai dovrei credere a lui piuttosto che a tanti pensatori laici che hanno lasciato un patrimonio di idee all’umanità?

Qui interviene Dio: qualcosa mi comincia a frullare fra i neuroni e mi dice che in quell’annuncio portato da Pinco Pallino c’è la verità.
Lo Spirito Santo, Dio, agisce e rimescola le carte facendo riemergere il profondo bisogno insito nell’uomo: il bisogno di amare riamati. Spesso l’amore umano è solo egoismo condiviso: la paura di perdere la propria individualità impedisce di donarci totalmente all’altro. Possiamo assecondare questo rimescolamento oppure possiamo recuperare rapidamente le nostre sicurezze, mettendo però a tacere tutte le insicurezze che inevitabilmente ci portiamo dentro. Dio ci ha creato liberi e non fa violenza alla nostra volontà, possiamo cacciar via il suo Spirito come si scaccia un insetto molesto… Oppure possiamo accoglierlo e intraprendere la via della santità.

Perché la santità è donata a tutti, ma la strada da fare è lunga: c’è chi va spedito, chi va zoppicando, chi si ferma, chi cade, chi scantona.

Quelli che chiamiamo santi l’hanno percorsa in modo spedito, ma anche chi va zoppicando alla fine può arrivare, chi si ferma può riprendere a camminare, chi cade può rialzarsi, chi scantona può tornare in carreggiata. Perché non siamo soli… Perchè Qualcuno ci aiuta, se solo lasciamo che ci aiuti.




3) - Continua...


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