sabato 12 luglio 2008

Parole mai dette.

Ci sono cose che più di altre, senza che ci si renda conto, uniscono una coppia.

Per quanto riguarda me e la mia compagna di vita, dopo tanti anni di matrimonio posso dire che - sopita la passione giovanile, trovato il modus vivendi sui rispettivi ruoli, cresciuti i figli - ciò che ci ha unito e ci unisce è il piacere di guardare il mondo insieme.


I viaggi, certo: quelli programmati da un tour operator e quelli in auto, all’avventura, ma anche le gite nei dintorni e le passeggiate in città.


Il piacere della novità, della scoperta di luoghi non meno che di cibi non meno che di storie e anche un angolo di paese racconta una storia e anche un fico raccolto da un ramo che si sporge e si porge, sulla strada oltre il muretto a secco, è cibo nuovo.


Ma vedere - insieme - l’universo, macrocosmo e microcosmo, contemplare - in silenzio - nuvole e formiche, foreste e conchiglie, orizzonti lontani e licheni, questo ci rende il senso del nostro essere una sola realtà di fronte al mistero della vita.


Salire sul monte alle cinque del mattino per vedere il sole che nasce dal mare lontano ed inonda di rosea luce le vette calcaree del Corrasi è senz’altro un’emozione, ma insieme è collante, cemento, forza. Una cascata tonante è tra i migliori spettacoli offerti dalla natura e in Norvegia l’abbiamo goduto: da sotto, da sopra, davanti e dietro perfino; non minore godimento abbiamo provato nel parco di Laconi quando siamo giunti a vedere gli spruzzi dorati della cascatella, su in alto. Le camminate lungo gli stagni per sorprendere l’airone prima che si alzi in volo o, semplicemente, per vedere il riflesso del cielo sullo specchio dell’acqua. Vestigia antiche di greci e romani e nuragici padri, ruderi fra l’erba e noi lì, tra lucertole e cavallette, ad ammirare pietre su pietre.


Parchi e giardini, deserti e scogliere, scoiattoli e scimmie, dromedari e paguri; chiese e musei, autostrade e mulattiere, la storia di un miracolo, le cartine stradali; ristoranti e alberghi, mare e monti, cibi raffinati e pasti veloci, un quarto di vino, un gelato e una birra, lo strudel, lo champagne; jumbo jet e bimotori ad elica, grandi navi veloci e piccoli battelli, in auto e a piedi, le salite, le discese. Tutto questo è patrimonio comune e certamente ci lega. Ma guardare insieme, senza parlare, senza parole, questo ci lega ancora di più.


Sono solo un poetastro, un pittore della domenica, uno che sa fare solo foto ricordo, ma intanto ci provo:


Quando tutto è stato detto

Quando tutto è stato fatto

Insieme si può


Due cuori, due sguardi

L’intero universo

Parlare è di troppo


Guardare oltre il mondo

Le nuvole bianche

Un cielo stellato


E l’alba, il tramonto

Un nido di ragno

Un albero in fiore


Il mare d’autunno

Montagne innevate

Ruscelli nel bosco


C’è acqua che scorre

C’è acqua che stagna

C’è l’acqua di fonte


E ponti e sentieri

Ascese scoscese

Le dune assolate


E infine sostare

Guardare e vedere

Insieme si può




Ma, forse, anche queste parole sono di troppo.



2 commenti:

greengold ha detto...

anonimo ha scritto sul "guestbook": la poesia è nel cuore; sei riuscito ad espimerla anche per quelli che non hanno voce, grazie da Luglio '42.

12 luglio 2008 20.18

Anonimo ha detto...

credo che le foto che ho scattato io dipingano quello che tu hai scritto e la tua poesia....

guardare insieme nella stessa direzione, affidarsi l'uno all'altra, andare avanti insieme. questo è amore. questa è serenità.

ciao,

Erika