domenica 28 settembre 2008

Esperienze

Cortocircuito.

Stamattina, mentre sfogliavo "Venga il tuo Regno", un periodico del PIME, ho visto la foto di una processione a Visciano e mi è tornato in mente un episodio del secolo scorso.


Era il venerdì santo del 198... e con moglie, figli e parenti della zona eravamo andati ad assistere alla sacra rappresentazione che si teneva in quella località. La processione della via dolorosa, con i partecipanti nei panni di antichi romani ed ebrei, era giunta davanti al sagrato. Io, con la mia reflex, avevo scattato qualche foto quando ci erano passati davanti e poi, a causa della distanza, avevo dovuto cambiare ottica e innestare il teleobiettivo.
Il giovane barbuto che impersonava Gesù venne spogliato del mantello e della tunica e adagiato su una pesante croce di legno.
Dal mio punto di osservazione, pur con tanta folla davanti, inquadravo perfettamente la scena e continuai a puntarla e a scattare mentre la croce, con "Gesù" legato mani e piedi, veniva innalzata.
Ci fu come un cortocircuito nella mia mente: persi la cognizione dello spazio e del tempo e ciò che vidi attraverso il mirino fu Cristo nell'ora gloriosa dell'esaltazione. Non vi sono parole sufficienti a descrivere il senso di vertigine che, per pochi attimi, mi separò da questo mondo, dalla folla, dai familiari e parenti che mi stavano vicino... Quando abbassai la fotocamera, vidi mia moglie accanto e le chiesi: - Dove siamo?


Questa piccola storia non l'ho mai raccontata così, coram populo. Se lo faccio ora è perchè sono protetto dall'anonimato (benchè molto relativo). Ciò che, a distanza di anni, mi è rimasto nel cuore è che non fu un senso di commozione a vincermi, ma la partecipazione a quell'evento salvifico, la comprensione profonda e gioiosa di un mistero non dico inesprimibile, ma slegato da ogni possibile logica umana, il mistero della misericordia divina, del perdono dei miei peccati.

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