giovedì 12 gennaio 2012

SOMMARIO





In questo blog racconto qualcosa di me: della mia infanzia, ma anche della mia vita attuale. Sono le mie pagine personali, che lasciano il tempo che trovano.

Ci sono, poi, segnalazioni di cose scritte da altri autori, da condividere o meno.

Più che altro, però, mi propongo di parlare della fede cristiana, della Bibbia, dei Vangeli, in modo inusuale... Provo a dire qualcosa in modo diverso da come la dicono altri più bravi di me, che io leggo ed invito a leggere cliccando sui link nella colonna a fianco (elenco blog personale).
Il mio intento è che chiunque (ma proprio chiunque) passi da queste parti - girovagando nel grande prato del web - possa cogliere un pensiero e rifletterci sopra. Non so se ogni filo d'erba è buono e gradito a tutti... (spero di scoprirlo dai commenti, che son sempre ben accetti).


Se il filo d'erba tornerà utile anche a sfamare una sola lumachina, non sarà stato scritto invano.

P.S.: invito a seguire l'ordine delle pagine secondo l'indice che segue, piuttosto che quello temporale o le etichette.


Il libro di Amos I II III IV


La costola di Adamo


Credere I II III IV
V VI



Pagine personali I II III IV V

Autori I II III IV

Video I II III IV V VI VII VIII



Gocce di pioggia


C'è chi la chiama "caso", chi "coincidenze significative", chi "legge di Murphy"... Qualcuno "new age" parla di interventi di angeli, se giudicati positivi, o di interventi diabolici, se giudicati negativi... La fantasia, poi, può portare a parlare anche di "alieni"...

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Luce per illuminare le genti







 

















N.B.: il blog è in continuo aggiornamento, ma senza alcuna periodicità e pretesa di completezza...




WORK IN PROGRESS


lunedì 9 gennaio 2012

GOCCE DI PIOGGIA


per far venire fuori le lumachine dal loro guscio


GUERRA E PACE
Gli animali lottano (e uccidono) per soddisfare bisogni primari: nutrirsi, difendersi e riprodursi. Per la sopravvivenza.

L'uomo anche... Non sa che suo cibo è Cristo, sua difesa è la fede nella misericordia di Dio, sua eredità è la vita eterna. A causa di questa ignoranza la sua lotta non è per la sopravvivenza dello spirito, ma per il predominio sui suoi simili e sul creato. Il bisogno primario dell'uomo è l'amore di Dio: il suo desiderio non è mai appagato finchè non riposa in Lui.


PROVVIDENZA
C'è chi la chiama "caso", chi "coincidenze significative", chi "legge di Murphy"... Qualcuno "new age" parla di interventi di angeli, se giudicati positivi, o di interventi diabolici, se giudicati negativi... La fantasia, poi, può portare a parlare anche di "alieni"...

Il Signore Dio governa la Storia, ma normalmente ci sfugge la percezione del suo operare ed è già tanto se ringraziamo per il cibo che ci dona. Tutto rientra in una routine in cui il pane quotidiano ci è dovuto.
Sicuramente, però, in tutti gli accadimenti che esulano dalle possibilità e dalle previsioni umane, superando la volontà individuale e collettiva, possiamo vedere l'opera di Dio, provvidenziale sempre, sempre ordinata al bene.


AVERE E' POTERE
Se ho molto denaro, se possiedo tanti "beni":
- non ho bisogno degli altri;
- non ho bisogno di Dio;
- non ho bisogno della Chiesa.

Ma:
- non si può comprare il tempo;
- non si può comprare la storia;
- non si può comprare la volontà.

DIRE BENE = BENEDIRE
L'uomo pretende di conoscere ciò che è bene e ciò che è male. Saggi,
illuminati, filosofi, teologi, preti, politici... Giornalisti... Blogger... Ogni giorno ci dicono cosa è "giusto", qual è la "verità"...

E se, invece, cominciassimo a dire "bene" anche di ciò che a noi uomini,
creature limitate e imperfette, sembra male? Se tutto viene da Dio, come può esserci il "male"? Ma, se facciamo fatica a riconoscere ciò che è senz'altro "bene", come possiamo benedire un fatto doloroso, una croce?
Cercando, come Abramo, in tutte le cose del creato, nella natura, negli avvenimenti, nelle persone, il Regno di Dio e la Sua "giustizia", la Sua "giustezza".
Benedicendo sempre e comunque, compiacendosi nelle avversità, come san Paolo. Lodando Dio per ogni cosa creata, come san Francesco. Amando la vita, come Erika.

CAPIRSI OGGI
Fede, speranza e carità: virtù teologali, virtù che riguardano Dio, piene di significato per il cristiano, ma, nel linguaggio di una società materialista, parole vuote che non dicono molto all'uomo d'oggi.

Ma forse siamo ancora in grado di capire cosa vuol dire: avere fiducia in qualcuno e in qualcosa... restare in attesa di qualcuno o qualcosa... dare o fare con gratuità qualcosa a qualcuno. Diciamo allora fiducia, attesa e gratuità.

lunedì 17 ottobre 2011

Benedetto XVI per la nuova evangelizzazione



Servizi della Radio Vaticana:
1- Incontro del 15 ottobre 2011 in Vaticano sul tema "Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione" (Siate testimoni di speranza e gioia in un mondo dove il male fa più rumore: cosi il Santo Padre ai nuovi evangelizzatori - servizio di Cecilia Seppia)
http://www.radiovaticana.org/italiano/articolo.asp?c=529461
2- Santa Messa del 16 ottobre 2011 per i nuovi evangelizzatori nella Basilica Vaticana (Benedetto indice l'Anno della fede: missione essenziale della Chiesa è parlare di Dio - servizio di Sergio Centofanti)
http://www.radiovaticana.org/italiano/Articolo.asp?c=529483

domenica 16 ottobre 2011

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Missionaria Mondiale del 23 ottobre 2011 (estratto)

«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21)


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«...La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell’impegno per la missione universale» (Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 2).

Tutti coloro che hanno incontrato il Signore risorto hanno sentito il bisogno di darne l’annuncio ad altri, come fecero i due discepoli di Emmaus.

La Chiesa, «per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre» (Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, 2). Questa è «la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14).

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...si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali.

Il Vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati, i quali sono «stirpe eletta, … gente santa, popolo che Dio si è acquistato” (1Pt 2,9), perché proclami le sue opere meravigliose.

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E’ importante che sia i singoli battezzati e sia le comunità ecclesiali siano interessati non in modo sporadico e saltuario alla missione, ma in modo costante, come forma della vita cristiana. La stessa Giornata Missionaria non è un momento isolato nel corso dell’anno, ma è una preziosa occasione per fermarsi a riflettere se e come rispondiamo alla vocazione missionaria; una risposta essenziale per la vita della Chiesa.

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L’evangelizzazione è un processo complesso e comprende vari elementi. Tra questi, un’attenzione peculiare da parte dell’animazione missionaria è stata sempre data alla solidarietà. Questo è anche uno degli obiettivi della Giornata Missionaria Mondiale, che, attraverso le Pontificie Opere Missionarie, sollecita l’aiuto per lo svolgimento dei compiti di evangelizzazione nei territori di missione. Si tratta di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, i seminari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, malnutrizione soprattutto infantile, malattie, carenza di servizi sanitari e per l'istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa.

...

Così, attraverso la partecipazione corresponsabile alla missione della Chiesa, il cristiano diventa costruttore della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione del piano salvifico di Dio per tutta l’umanità. Le sfide che questa incontra, chiamano i cristiani a camminare insieme agli altri, e la missione è parte integrante di questo cammino con tutti. In essa noi portiamo, seppure in vasi di creta, la nostra vocazione cristiana, il tesoro inestimabile del Vangelo, la testimonianza viva di Gesù morto e risorto, incontrato e creduto nella Chiesa.

La Giornata Missionaria ravvivi in ciascuno il desiderio e la gioia di “andare” incontro all’umanità portando a tutti Cristo.



domenica 21 agosto 2011

Nuova evangelizzazione: l'articolo che Sofri non ha letto...

Adriano Sofri, commentando sul Foglio un passaggio di un articolo di Marina Corradi dell'11 agosto 2011 su Avvenire, scrive:

Diffido molto di quel proselitismo non richiesto – di quella evangelizzazione, se si preferisca chiamarla così – che si compie nelle corsie di ospedale o alle porte dei cimiteri, tra i morenti e tra i superstiti. Un confine molto stretto lo separa dallo sciacallaggio.

La risposta della Corradi non si è fatta attendere:

«Sciacallaggio», quello dei cristiani che annunciano davanti ai cimiteri la risurrezione? No, perché lo fanno con rispetto del rifiuto altrui, e con assoluta gratuità. [...] Non sta bene farlo nei cimiteri, o negli ospedali? E perché? Perché questi sono i luoghi in cui anche nel più lontano da Dio si affaccia una domanda? Che cosa dovrebbe essere ammesso allora nei luoghi della sofferenza: una perfetta efficienza, un sostegno psicologico, magari un discreto sportello per l’ausilio a morire «con dignità»? Certo, queste opportunità sarebbero "politicamente corrette". La chance di ricevere gratuitamente, e magari liberamente rifiutare, una parola cristiana, invece, quella no; quella è un sopruso. Quasi quella speranza fosse una droga, un oppio narcotizzante offerto approfittando della altrui debolezza. Solo in questo vecchio sguardo, credo, l’annuncio cristiano in un ospedale o in un luogo di dolore può essere inteso come «sciacallaggio».

Sofri, certamente, avrà qualcosa da ribattere, ma è augurabile che, prima di scriverne ancora, si documenti meglio sulla nuova evangelizzazione.

Riporto qui, in ordine cronologico, tutti i collegamenti agli articoli citati (iniziando da quello che Sofri non ha letto):

In missione nel profondissimo Est (Avvenire 20.07.2011)


La lancia antica (Avvenire 11.08.2011)

Piccola posta (Il Foglio 14.08.2011)


Tra vita e macerie una domanda che incalza (Avvenire 19.08.2011)